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Sezione di Pistoia

Provincia di Pistoia


Guida del Consumatore Ecologico
Come fare la spesa e rispettare l'ambiente

                                                                                                                                                                                                    a cura di Marco Beneforti

Sommario

PREFAZIONE Pag. 4
PREMESSA 6
- IL PESO DEI RIFIUTI DA IMBALLAGGIO 6
- COSA SI PROPONE IL WWF DI PISTOIA CON QUESTA GUIDA 7
A COSA SERVONO GLI IMBALLAGGI ? 8
- OCCORRE DARE UN FRENO AI NOSTRI CONSUMI 9
- LE LEGGI CHE RIGUARDANO GLI IMBALLAGGI 10
IL RUOLO DEL CONSUMATORE 11
- GUIDA ALLA SPESA ECOLOGICA 11
- CONSIGLI PER GLI ACQUISTI 17
- CONSIGLI PER TIPO DI PRODOTTO 18
IL RUOLO DEL DISTRIBUTORE 22
- PER UNA SERIA POLITICA DEL VUOTO A RENDERE 22
- ACCORGIMENTI DEI DISTRIBUTORI 24
ATTIVITA' DEL WWF DI PISTOIA 25
BIBLIOGRAFIA 5

PREFAZIONE

E' possibile fare una spesa ecologica?

Una persona può definirsi ecologista anche quando si appresta ad entrare in un supermercato o in una grande catena di distribuzione per fare la spesa? Oppure è necessario militare all'interno di un'associazione ambientalista?
Noi riteniamo che possa bastare la prima delle due azioni, se la si compie con la dovuta sensibilità ed attenzione verso l'ambiente.
Il grande carico di rifiuti che oggi attanaglia il nostro territorio è dovuto non solo alla cattiva gestione degli stessi o alla mancanza di volontà politica di risolvere il problema, ma anche ad una mentalità decisa dal consumismo che, con le sue ferree leggi di mercato, ha immesso un'infinita quantità di prodotta, spesso uguali e concorrenziali, carichi di confezioni ed imballi che hanno sempre rappresentato il grande costo sociale ed ambientale della merce. Costi che la collettività ha pagato non soltanto in moneta sonante - spesso l'imballo ha un prezzo maggiore dei contenuto - ma anche sotto forma di inquinamento ambientale e distruzione dei territorio.
Il grande boom dei usa e getta, iniziato negli anni 70, ha prodotto una quantità infinita di rifiuti ingombranti e irrecuperabili, facili da trasportare, funzionali a diversi scopi, facilmente utilizzabili, ma ambientalmente pericolosi.
Se è vero, come è vero, che nei 15 anni tra il 1979 ed il 1993, in Italia i rifiuti solidi urbani - quelli prodotti quotidianamente da tutti noi- sono raddoppiati da 13 a 26 milioni di tonnellate l'anno, è anche vero, che fino ad adesso, l'unico modo di smaltirli, o meglio di far finta di liberarsene, era quello di avviarli indifferenza, quindi tutti insieme, in discarica o ai più vicini inceneritori, che, almeno fino a poco tempo fa, erano delle vere e proprie bombe ecologiche.
Quello che si prefigge questa guida, non è quindi dare delle indicazioni per una corretta gestione dei rifiuti - che, ad onor dei vero, dopo il famoso decreto Ronchi, non vengono più definiti come tali, proprio perché se ne è finalmente colta una intrinseca capacità ad essere riciclati, ad essere avviati ad altri processi - bensì fungere da supporto al consumatore ogni volta che si reca presso i grandi - ma anche piccoli - distributori di merce.
Consigli pratici per la scelta dei prodotto più ecologicamente sostenibile, che abbia quindi un minor impatto possibile sull'ambiente una volta che abbia terminato la sua funzione principale - quella per cui è stato venduto - ma anche consigli per la scelta dei prodotti più salutari, o addirittura, vere e proprie alternative ecologiche.
Infine, secondario soltanto per lo scopo di questa guida, qualche consiglio ai grandi distributori, che volenti o nolenti, assolvono un'importante funzione sociale, quella di vendere merce che, in gran parte, verrà poi gettata, affinché si adoperino per rendere più ecologicamente sostenibile la semplice azione dei 'fare la spesa'.
E' doveroso ringraziare gli autori delle seguenti opere, che sono state fondamentali per la stesura di questo volume:

BIBLIOGRAFIA

IRENE lvoi - "Se i piatti di plastica ... riflessioni sulla progettazione dei nostri consumi" - Cooperativa Centro di documentazione di Pistoia.

N. HARTMANN ~ "Ecologia domestica" - Franco Muzzio editore.

Pio BERTE' - "il vuoto a rendere come non rifiuto" - WWF Delegazione Trentino Alto Adige.

MICHELE BOATO - "Prevenire i rifiuti e liberarsi dei usa e getta" - Achab editoria

Ho cercato di concentrare le parti migliori dei suddetti libri, ognuno dei quali è indirizzato ad un aspetto particolare dei consumo sostenibile.
Senza il loro supporto tutto questo non sarebbe stato possibile.

Pistoia, dicembre 1999

Marco Beneforti

STAMPATO CON IL CONTRIBUTO DELLA PROVINCIA Di PISTOIA


PREMESSA

Il peso dei rifiuti da imballaggio

Gli imballaggi rappresentano circa il 50% in volume dei rifiuti solidi urbani   (RSU).

Più o meno la metà di questi rifiuti da imballaggi viene prodotta nelle nostre case e lo vediamo giorno per giorno. L'altra metà, invece, ed in modo molto meno appariscente, è prodotta dai negozi ed è rappresentata da fogli di plastica e scatoloni usa e getta serviti a trasportare, una sola volta, fino al negozio, quei prodotti che, in confezione usa e getta, finiscono nelle nostre case.

In pratica quasi ogni cosa che acquistiamo, le bevande, le conserve, i detersivi e quant'altro viene quotidianamente consumato, per poter arrivare nelle nostre case ha bisogno di essere imballata, impacchettata o comunque confezionata.

Questi imballi e confezioni però, giunti nelle nostre case, ma anche sul lavoro o nel tempo libero e svolta la loro funzione (sono stati svuotati) diventano un problema "da smaltire"....

    Quali soluzioni esistono rispetto a questo problema?

    -  La più spiccia, ma anche la più incivile ed in parte tuttora seguita, è quella di buttare tutto lungo le strade, nei boschi, nei corsi d'acqua sbarazzandosi così dell'impiastro.

    - Una soluzione più civile, che normalmente si attua in casa o sul posto di lavoro, è rappresentata dal gettare i rifiuti nel cestino il quale verrà poi svuotato nel cassonetto sotto casa per finire in discarica o all'incenerimento(almeno finora).

    - Decisamente meglio è "buttare" gli imballaggi di materiali riciclabili nelle campane per la raccolta differenziata così, almeno si spera, oltre a non finire in discarica o all'incenerimento, se ne possono recuperare le materie, consumando meno energia rispetto alla produzione di materiali nuovi e inquinando complessivamente meno;

    - altra possibilità assai migliore è quella di prevenire il problema stesso utilizzando il vuoto a rendere.

Quando infatti abbiamo acquistato quei determinato prodotto, bevanda, conserva o altro, volevamo forse comperare anche il problema dei suo imballo-rifiuto da smaltire nel cassonetto o nelle campane?

Volevamo veramente accanto al consumo dei prodotto accollarci anche lo spreco dei suo imballo? Non era più sensato che quello stesso imballo invece di finire in discarica o essere rifuso venisse riutilizzato pari pari per trasportare una prossima volta dell'altra bevanda o conserva?

Cosa si propone il WWF di Pistoia con questa guida

Il WWF di Pistoia, attraverso questa guida, si propone di operare una vera e propria svolta nel metodo di acquisto delle merci. Un cambiamento di mentalità radicale: un occhio alla qualità da una parte ed un occhio all'ambiente dall'altra, che poi vuoi dire prendersi cura dei territorio in cui viviamo e quindi anche degli altri.

Salvaguardare l'ambiente significa aumentare il grado di convivenza civile.

Un imballaggio in più da smaltire, un "rifiuto", come è stato chiamato fino ad oggi, aumenta il carico che il nostro territorio deve sopportare. E, fino a quando non verrà fatta una raccolta differenziata seria, vuoi dire nuove discariche, nuovi inceneritori, problemi con lo smaltimento di questi "scarti".

Quello che ci proponiamo con questo libretto non è la ricerca di una soluzione per la gestione dei rifiuti, quando ormai sono prodotti(materia sulla quale si sono sprecate parole ed opinioni e sulla quale la nostra associazione ha, da tempo, elaborato progetti), bensì prima, quando cioè devono essere ancora creati.

Una piccola guida ecologica dei consumatore . Si potrebbe definire un approccio al consumo critico, sostenibile od intelligente. Forse la parola più adatta potrebbe essere sensibile.

Sensibilità da mostrare proprio quando ci si accinge ad entrare in un supermercato...

A COSA SERVONO GLI IMBALLAGGI

Gli imballaggi si possono suddividere in tre categorie : la prima è quella degli imballaggi primari, che vanno a diretto contatto con il pubblico
e sullo scaffale dei punto di vendita, determinando rifiuta provocati dall'utenza di massa che finiscono nelle discariche come RSU; la seconda categoria è quella degli imballaggi   secondari determinati dai centri di vendita e destinati alla distribuzione concepiti per costituire nel punto
di acquisto il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che queste poi siano vendute come tali all'utente finale o servano solo a facilitare l'approvvigionamento nel punto vendita; infine una terza categoria è costituita dall' imballaggio terziario o da trasporto utile per la manipolazione e il trasporto di un dato numero di unità destinate alla vendita.

Esistono due principali reti di consumo per due distinte categorie di imballaggi: piccole utenze (famiglie ed uffici) per gli imballaggi primari; grandi utenze (industrie e distribuzione) per imballaggi secondari e terziari. Si può stimare che circa il 50% degli imballaggi prodotti in Italia finisce al consumo finale delle famiglie (soprattutto imballaggi primari), il 25% alla piccola distribuzione, il 10% circa alla grande distribuzione
e il rimanente 15% all'industria.

La distribuzione commerciale - grande e piccola - e l'industria consumano insieme oltre il 90% degli imballaggi secondari e terziari: soprattutto cartoni ondulati, films in plastica ed elementi in legno, che rappresentano il 55% circa dei totale degli imballaggi.

L'imballaggio ha attraversato tre fasi storiche che ne hanno modificato e arricchito nel tempo le funzioni:

  • una prima legata agli aspetti logistici e produttivi, quindi alla distribuzione (unità di spedizione, introduzione di codice a barre, pallets)

  • la seconda vede packaging come veicolo di comunicazione: imballaggio primario (l' 80% degli acquisti sonbo decisi nel punto vendita ed è quì che il contenitore come "venditore silenzioso"; svolge la sua funzione);

  • la terza fase è quella per la quale il packaging deve garantire requisiti prestazionali di funzionalità e servizio;

Esistono delle funzioni che legittimano sempre l'esistenza degli imballaggi e sono quelle del: prezzo, indirizzo del produttore, data, composizione, scadenza per prodotti alimentari, nome, marchio di fabbrica. La prima funzione dell'imballaggio è quella di permettere che qualcuno (il produttore) in via comunicativa si assuma la responsabilità di ciò che produce.
Su questa assunzione di responsabilità esistono spesso più soggetti partecipanti (produttore, distributore, confezionatone, ecc.) e quindi la confezione diventa indissolubilmente una pelle istituzionale dei prodotto.
In realtà quanto più il prodotto è consumabile velocemente tanto più diventa necessaria una dimensione istituzionalizzata dettata dal packaging che distrugge le prove. Quando consumo un alimento, di breve scadenza, come per esempio lo yogurt, è bene che la sua qualità sia sintetizzata e certificata all'atto di acquisto ma che il suo packaging muoia velocemente, tanto quanto velocemente è stato consumato.
Quanto più invece si avvicina ad un bene di lunga durata (mobile o TV) e quindi non consumabile in tempi stretti come lo yogurt, tanto meno è necessaria quella funzione dei packaging capace di esaurire in poco tempo l'informazione dei prodotto.
Un imballaggio deve garantire sicurezza, il suo fine principale deve mirare a prevenire alterazioni dei prodotto che si generano per fattori climatici come la pioggia, l'umidità, le vibrazioni, gli strappi o le radiazioni solari per cui i materiali da usare devono essere compatibili dal punto di vista igienico-sanitario.
Gli imballaggi devono quindi offrire ottimo effetto barriera ai gas, al vapore acqueo, ai microbi e ai vari solventi. L'assoluto adempimento di queste funzioni da parte dell'industria garantisce la totale efficienza tecnica dell'imballaggio.
Il packagíng è un prodotto quindi che incarna molte complessità, non deve solo proteggere il suo contenuto, ma deve anche consentire una fruizione comoda e nel minor tempo possibile, deve essere facilmente trasportabile, apribile e richiudibile, il più possibile leggero, oltre che farsi portatore di un messaggio comunicazionale.

Occorre dare un freno ai nostri consumi

La soluzione strategica a questo macroscopico problema degli imballaggi sta senz'altro nell'intervenire il più a monte possibile nei processi produttivi, il che probabilmente significa metterli in discussione insieme ai prodotti ai quali si collegano e insieme al rapporto tra domanda sociale e offerta industriale, da cui prendono forma le caratteristiche della società in cui viviamo.
Come direbbe una famosa pubblicità, è "meglio prevenire che curare"!
Occorre dare una svolta al ciclo produttivo ed alla distribuzione con segnali forti, scegliendo di comprare merci con meno imballaggi, ricordandosi che questi rappresentano di fatto un costo a carico della società.
Oggi, senza dubbio, gli strumenti di politica ambientale hanno arricchito lo scenario sociale, entro il quale operano i produttori di beni, in maniera imprescindibile toccando sempre di più la concezione stessa dei progetti.

Le leggi che riguardano gli imballaggigi più restrittive sull'inquinamento):

  • decreto Ronchi sul trattamento dei rifiuti, che rivoluziona il concetto di rifiuto: l'operazione di smaltimento non è più la fase centrale, ma la fase residuale dei processo che interviene solo dopo che sono state attuate tutte le strategie volte a diminuire la quantità di rifiuti che debbono essere avviati allo smaltimento.
    In sostanza mentre prima i rifiuti venivano smaltiti generalmente in discarica e ,molto spesso, lontano dal luogo di produzione, adesso la comunità che produce il rifiuto ha l'obbligo di gestirlo in loco. Anche il concetto di rifiuto è stato rivoluzionato: da un mero materiale di scarto ad una vera e propria risorsa che può essere ridotta raccolta differenziatamente, recuperata e riusata (la c.d. politica delle 4R).
    In breve, il concetto di rifiuto come risorsa non è più una semplice enunciazione, ma rappresenta la struttura portante di tutta la normativa.
    Gli obiettivi prioritari, posti dal decreto Ronchi e dalla legge regionale, sono quelli della prevenzione e riduzione dei rifiuta , da attuarsi attraverso strumenti ed interventi tecnici ad hoc, per non cadere nella spirale(storica) "rifiuti-incenedtore-discarica".

  • la legge 475188 per la valorizzazione dei prodotti dismessi;

  • il marchio "Ecolabel' come strumento di politica ambientale;

  • l'istruzione dei CONAI, consorzio di gestione degli imballaggi al quale devono aderire produttori ed utilizzatoci di imballaggi. L'adesione, caratterizzata da un contributo, che entro certi limiti di redditività, è poco più che simbolica, rappresenta la forma di finanziamento attraverso cui il CONAI ripartisce tra produttori ed utilizzatori i costi della raccolta differenziata, dei riciclaggio e dei recupero dei rifiuti di imballaggi primari, secondari e terziari.

IL RUOLO DEL CONSUMATORE

Il ruolo di un consumatore attento diventa oggi innanzitutto quello di comprendere ciò che si nasconde dietro le merci che lo circondano allo scopo di riuscire a scegliere con più coscienza oggetti e beni di cui vuole continuare a circondarsi.
E' evidente che le proposte, i desideri e le aspettative che noi esprimiamo e manifestiamo verso i prodotti costituiscono la base di partenza di una serie di indagini, test ed analisi di marketing che servono a caratterizzare sempre meglio i prodoth che compriamo.
Sono le nostre scelte di ogni giorno quelle che autorizzano altri a compiere conseguenfl scelte che poi possiamo subire o annegare, ma la base da cui parte una statistica di approccio al consumo siamo sempre noi, i consumatod. Oggi le decisioni che prendiamo recandoci in un supermercato, in un discount in un mercato generale o in una bottega a dieci metri da casa sono estremamente importanti. Sono decisive ai fini di un andamento commerciale generale, rappresentano infinite variabili che poi determinano scelte anche politiche. Sono più decisive, come diceva Beppe Grillo in una sua tourné, di un voto in cabina elettorale, come dire che si vota di più andando a fare la spesa che alle vere elezioni. E' come dire che si possono fare anche molti danni senza rendersene conto proprio andando a fare la spesa, che richiede meno fafica e riflessione di un voto alle urne. Il significato di questa corrosiva battuta però è estremamente sothie e vedfiero: oggi quando acquistiamo merce, compriamo per metà materia che diventa rifiuto in meno di 24 ore. Quindi quanto meno materiali di effimera durata portiamo a casa tanto meno incidiamo sul bilancio ambientale.
A tale scopo possiamo avvalerci di alcune forme di attenzione verso il consumo che diventano poi scelte e abitudini di vita.

Guida alla spesa ecologica

1) PER UNA CORRETTA 'SPESA ECOLOGICA' OCCORRE:

A) SCEGLIERE I PRODOTTI COSTITUITI DA MINOR MATERIA (CON UN ALTO TASSO DI CONCENTRAZIONE)

  • Bisognerebbe innanzitutto preferire contenitori costituiti, per unità di prodotto, da minor materia, il che ci porta verso contenitori più sottili di spessore, che non ridondano di strati di plastica e carta, confezionati con una buona percentuale di riciciato. Questo è oggi possibile grazie a delle scelte imprenditoriali che hanno portato a deue modifiche di scenari di prodotti nei supermercati.

  • I refill (ricariche di contenuto) per esempio si stanno diffondendo sempre di più poiché permettono di vendere prodoth con un tasso di concentrazione molto elevato, capace quindi di poter essere diluito con acqua che, non essendo venduta, non incide come costo soprattutto di trasporto e di peso. Il maggiorato costo di un prodotto diluito ad hoc rispetto ad uno in polvere da diluire non dipende dal costo dei liquido disperdente, che in realtà è costituito quasi sempre da acqua, ma dal suo costo di trasporto, poiché più pesante perché più liquido. Al costo dei peso si aggiunge anche il costo dell'imballo, che evidentemente cambia sostanzialmente in base al tipo di prodotto da confezionare.

B) SCEGLIETE I PRODOTTI COSTITUITI DA MINOR INVOLUCRO IMBALLANTE

Esiste, soprattutto nella montagna pistoiese, una tradizione di vendita alimentare artigianale che, accanto all'offerta di prodoth genuini e "caserecci", accompagna un imballaggio assai modesto e secondario (basta pensare a molti biscoth e prodoth dolciari rivestiti da un semplice sacchetto che ne lascia sprigionare tutta la "capacità attratbva", svincolata dalle ingombranti scatole colorate che racchiudono i biscotti di produzione industriale).

Occorre, anche a livello di grande distribuzione, indirizzarci verso questi prodotti. La bontà è garantita, il trasporto è più pratico, il volume, all'interno dei sacchetto della spesa, minore ma soprattutto minore è l'impatto ambientale.

C) USARE LE BOTTIGLIE DI VETRO

I nostri supermercati, allo stato attuale, presentano purtroppo una grande offerta di acque minerali contenute in botbglie di plastica.
A parte l'eccessiva campagna di demonizzazione dell'acqua della cannella a favore di quella cosiddetta "minerale", deve essere sottolineato come la plastica, oltre ad occupare, rispetto allo scarso peso, un grande volume, è un materiale praticamente indistruttibile, scomodo anche ad essere riciciato.
Il vetro, dal canto suo, oltre a creare minori problemi di volume, sta vivendo, ormai da anni, una grande opera di ricicio. Il vetro riciciato ha più possibilità sul mercato, rispetto alla plastica riciciata, proprio perché raggiunge quasi sempre canoni di qualità molto vicini all'originale.
In secondo luogo, ma parimenti importante, c'è la possibilità di adottare una seria politica dei 'Vuoto a rendere", molto poco sviluppata in Italia, ma vincente soprattutto nei paesi nordici (vedi più avanti).

D) PREFERIRE I PRODOTTI RICARICABILI

I detersivi oggi venduti nelle ricariche di plastica leggera, costituiscono un interessante sistema di distribuzione dei detersivo.
La grande bottiglia di plastica pesante, ingombrante e non compattabile funziona molto bene come contenitore per la diluizione a casa dei liquido detergente concentrato. Diventa uno strumento di uso corretto anche e soprattutto perché riutilizzabile molte volte, a differenza di quando invece i refill non esistevano e ogni volta che un detersivo si esauriva, la sua confezione veniva gettata via, senza possibilità alcuna di riuso.
Ancora più interessante invece potrebbe essere, a proposito di ricariche, la possibilità di poter riempire un grande o piccolo contenitore che si porta da casa all'interno dei punto vendita, attraverso un grande dispensa capace di distribuire ogni giorno svariati chili di detersivo concentrato. Questo sistema di vendita eliminerebbe anche la ricarica in plastica sottile e leggera che rappresenta comunque un costo, anche se di limitate dimensioni. Ricariche simili, anche se più di valore simbolico, potrebbero essere rappresentate dai dentifrici.
Il consumatore, una volta finito il proprio tubetto, si reca a ricalcarlo presso il punto vendita convenzionato. Questo evita il continuo acquisto di nuovi tubetti. Anche lo spazzolino potrebbe essere "ecologico", se soltanto la testina con le setole per la pulizia dei denti fosse l'unica ad essere cambiata quando viene consumata. Ferma restando l'asficella di sostegno che dovrebbe rimanere sempre la stessa;

2) CIO' CHE SI DEVE EVITARE MENTRE FACCIAMO LA SPESA

Esiste una bevanda commercializzata negli Stafi Uniti, Kool-Aid, che viene in genere venduta come polvere da diluire in acqua al prezzo di 0,21$ per farne circa un litro. La stessa quantità oggi si può acquistare in bottigliette unite in un blister da sei, pagando il prezzo di 2,69$, maggiorato quindi di undici. E' basilare quindi preferire detergenti, bevande, ecc. concentrati, poiché si risparmiano notevoli quantità di imballaggio, ma nel caso dei detersivi micronizzafi il risparmio si identifica anche nell'evitare il prelavaggio, che ha inevitabilmente un costo energetco.
I concentrati oggi si stanno seriamente diffondendo sempre di più: consentono un risparmio di spazio in casa, un risparmio di energia in prelavaggío e hanno portato ad una riduzione dei consumi dei 30%.
Anche le combinazioni, per esempio shampoo-balsamo, diventano interessanti   all'interno di quest'ottica e degne di considerazione, senza per questo deprezzare gli aspetti qualitativi dei prodotto.
Diventa molto importante evitare le mini confezioni multiple (tonno, birra, succhi di frutta, ecc.).
La loro comodità è innegabile ma è altrettanto evidente che quanto più si isolano piccole quantità di merce da vendere tanto più aumentano per unità di prodotto le quantità di imballaggi. Se un litro di succo di frutta viene confezionato in una tetrapack che pesa per esempio 200 grammi, quattro tetrapack più piccoli, contenenti ciascuno 250 grammi di succo di frutta, che a loro volta fanno un litro, pesano più di 200 grammi. Questo implica da parte nostra una maggiore riflessione quando acquistiamo prodotti così Frammentati per quantità.
Spesso la loro comodità è impagabile, ma forse è altrettanto necessario saper distinguere tra una necessità vera e una comodità contingente.

A) COMPATTARE LE MERCI

Altro elemento di insosfituibile importanza è la possibilità di compaffare mercí prima di avviarle alla generica pattumiera o alla raccolta differenziata. Questo non può essere possibile per esempio per il vetro, ma la carta e la plastica, che hanno una loro morbidezza e facilità di accorpamento, facilitano tutto ciò. Non molti sanno per esempio che esiste un metodo semplice ma efficace di comparare le bottiglie di plastica, comprimendole tra le mani e poi tappando la bottiglia con il suo normale tappo.
Questo metodo impedisce all'aria di rientrare nella cavità compressa rendendo stabile la posizione volumetica raggiunta dopo la compressione.

E’ un'operazione semplice che ancora meglio si può fare per tutte le confezione di carta che a differenza della plastica non hanno un'elasficità di ritorno, per cui una volta compatiate rimangono nella posizione voluta.

B) LEGGERE BENE LE ETICHETTE DEI PRODOTTI CHE SI INTENDE ACQUISTARE

Occorre essere molto astuti ed imparare a leggere bene le etichette dei prodotti, soprattutto mettendo in relazione quantità e tipo di ingrediente. E’ ormai prassi consolidata per le aziende quella di usare dei flash informativi, cioè delle finestre colorate sulla superficie dei prodotto, perché contiene ad esempio "latte magro". Se però la nostra analisi non si ferma a leggere questo piccolo "spot", ma prosegue fino alla lettura degli ingredienti e delle percentuali di questi usati ci si rende magari conto che il "latte magro" è presente nella quantità di un 5% rispetto al peso totale.

Sono queste le motivazioni di un invito a riflettere di più e ad essere più attenti a come viene veicolata l'informazione sui prodotti che stiamo comprando. Le aziende hanno bisogno d'altra parte di conformarsi al gusto del pubblico, cioè di conformarsi ad una generica e diffusa sensibilità, ma la strada capace di portare ad una maggiore trasparenza tesa a creare un'idenfità più forte tra i principi di chi produce e quelli di chi consuma, è ancora lunga.

3) ALTRI RIMEDI PER LA RIDUZIONE A MONTE DEL RIFIUTO

Penalizzate fortemente i prodotti "usa e getta", che sono completamente o in parte composti di plastica. Può essere utile seguire le indicazioni che vengono dalla nostra esperienza, evitando così quei beni di consumo che non hanno una reale utilità.
I contenitori usa e getta si sono imposti sul mercato grazie anche alla loro caratteristica fondamentale della leggerezza che è l'elemento centrale, l'essenza stessa dei usa e getta.
Una leggerezza, però, che si è ben presto rivelata decisamente insostenibile dal punto di vista ambientale, causando fra l'altro il riempimento di troppe discariche e rendendo "inevitabile' la costruzione di inceneritori.
Proprio perché un imballaggio è progettato e prodotto per essere usato una sola volta, è determinante che pesi il meno possibile.
Poiché la parola d'ordine degli anni '60-'70 diventò "leggerezza usa e getta' per rimpiazzare il vetro riutilizzabile e lanciare il consumismo, sono stati allora impiegati a piene mani anche materiali "moderni" (moderni come le discariche, gli inceneritori e le raccolte differenziate) o sono stati adottati sistemi di imballaggio nuovi o diffusi in maniera irrilevante fino a quel momento (Tetra Pak ha iniziato la produzione nel 1953 con 100.000 pezzi, salendo a 32.5 miliardi di pezzi in tutto il mondo già nel 1981).

Fra queste nuove soluzioni, oltre ai cartoni accoppiati (carta + plastica + alluminio), vi sono le lattine di alluminio (verniciate dentro e fuori - la vernice di una lattina di alluminio rappresenta circa il 4% dei peso di questo imballaggio), i barattoli di banda stagnata (acciaio ricoperto da stagno), la plastica additivata molte volte con sostanze diverse (spesso il PVC è composto fino ad oltre la metà dei peso da additivi quali coloranti con relativi metalli pesanti, ammorbidenti, stabilizzatori, ignifughi, ausiliari della lavorazione come lubrificanti, nonché pesticidi, ecc.).

Queste soluzioni di accoppiamento di materiali diversi, verniciature, uso di additivi, sono perfettamente funzionali al usa e getta, ma non lo sono affatto per il riciciaggio, a maggior ragione se effettuato tramite raccolte differenziate.
Tutta questa leggerezza, infatti, come si è fatta apprezzare durante il viaggio a senso unico dal confezionamento al consumo, altrettanto diventa non-valore non appena il contenitore ha terminato la sua funzione. Ne sa qualcosa chi abbia provato a conferire alla raccolta differenziata le bottiglie di plastica: ci si ritrova a raccogliere contenitori tanto leggeri quanto voluminosi, praticamente indeformabili per il consumatore.
Quello della leggerezza dell'imballaggio inoltre si è rilevato un pretesto per trasportare "senza" senso dei prodotti in capo al mondo, come se la leggerezza dell'imballo riducesse il peso dei suo contenuto.
Così, ad esempio, non è raro trovare sugli scaffali dei supermercati la multinazionale delle bollicine in lattina o vetro usa e getta confezionata in Belgio, oppure yogurt in imballi di plastica prodotti in Francia.
Le confezioni dei prodotta incidono con un buon 30% sul volume dei rifiuti domestici: se le confezioni venissero tolte direttamente al supermercato, si obbligherebbe il commerciante ad occuparsi della loro eliminazione!

Gli scarti della cucina e del giardino costituiscono una quantità notevole di rifiuti, che tuttavia sono facilmente assimilabili in natura. Ricondotti al terreno, con la decomposizione, si trasformano in humus. Per chi abita in campagna non esistono ostacoli per la realizzazione di questo processo, mentre chi abita in città può raccogliere i propri rifiuti organici secondo le modalità' prescritte dall'ASP di Pistoia che sta già operando questo tipo di raccolta;

Il vestiaro  e tutti gli oggetti voluminosi scartati potrebbero trovare un nuovo impiego come materiale di "seconda mano,", offrendoli ai mercafini, negozi dell'usato e alle feste cittadine;

L'olio usato di macchina, le vecchie batterie d'automobili, alcuni rottami d'auto e le gomme usate sono già oggetto di riutilizzo industriale.

Consigli per gli acquisti

· Bevete acqua della fonte a voi più vicina! diffidate di quella di lontana provenienza. Avrete fatto risparmiare alla società e quindi a voi stessi litri di benzina e metri cubi di gas tossici inquinanti;

· guai a chi consuma le microconfezioni di merendine, cioccolatini e gadget per il vostro sopraffino palato, fatevi avvolgere un panino con la mortadella o il salame dal bottegaio sotto casa invece di consumare prodotti da bar o supermercato di larga distribuzione e facile rifiuto;

· evitate di comprare bevande in lattina: è solo non comprando che farete finalmente capire a chi le produce che è meglio non impiegare l'alluminio per imballaggi "usa e getta"; è meglio impiegarlo per beni più durevoli;

· scegliete bottiglie d'olio o d'aceto senza dispensa salvagoccia. Ritornerete così alla vecchia e sacrosanta oliera o acetiera da tavola, o più semplicemente ad un salvagoccia applicabile su più tipi di contenitori, senza così dover buttare per ogni contenitore bottiglia d'olio o d'aceto 35 grammi di plastica inutilizzabili (perché non separabile);

· quando comprate formaggi cremosi e spalmabili siate attenti a come sono confezionati. Ce ne sono alcuni che per due o quattro porzioni di formaggino da 30 grammi usano buste di protezione in plastiche metallizzate, vaschette termoformate, coperture di alluminio pelabili ecc. Non sappiamo quasi mai cosa farcene di tutto ciò, se non usare le vaschette termoformate per i colori quando si dipinge. Ma per mangiare formaggini cremosi dobbiamo diventare tutti pittori?

· comprate quanto più possibile,biscotti o merendine sfuse; il modo di incartarle per portarle dovunque può essere la pellicola d'alluminio o una qualunque bustina di carta che in casa non manca mai, ma evitate le confezioni 'parcellizzate" fino all'esasperazione. Si rischia di mangiare sempre meno ma di consumare sempre più carta e plastica da imballaggio;

· andate a fare la spesa con la sana  borsa di iuta o cotone, lavabile, resistente e riutilizzabile all'infinito è un modo intelligente di non consumare buste di plastica o di carta, che poi hanno anche un costo.

· cercate di avere una lista precisa di prodotti (senza omaggi o punti "premio", che omaggi non sono);

· comprate pile ricaricabili (1.000 volte) senza mercurio;

· date preferenza ai prodotti più durevoli;

· cercate di comprare prodotti in carta riciciata.

Consigli per tipo di prodotto

1) SCELTA DEL DETERSIVO

    1 . dovreste almeno tentare di indirizzare le vostre scelte verso detersivi che non contengano fosfati enzimi, sbiancanti ottici e sali riempitivi (tutti quei materiali cioè che nella pubblicità si nascondono sotto la parola "additivi") ,quindi verso detersivi che rispettano la natura e l'uomo;

    2. dovreste fare una separazione dei capi del bucato, sia tra bianchi e colorati, sia tra poco e molto sporchi. Solo il vestiario da lavoro molto sporco va lavato con detersivi convenzionali  "migliorati", mentre gli indumenti colorati e quelli non troppo sporchi vanno lavati con detersivi ecologici;

    3. evitate di usare detersivi contenenti enzimi, sbiancanti ottici, NTA. Prima dell'acquisto si dovrebbero leggere attentamente le informazioni relative al contenuto;

    4. i detersivi meno nocivi sono quelli fattti a base di sapone, senza enzimi e altri additivi. Sono molto più compatibili con la pelle umana di quanto non lo siano quelli tensioattivi sintetici; nelle acque inoltre si degradano molto più facilmente; i detersivi ecologici particolarmente validi sono quelli che contengono sino al 60% di sapone. Il sapone inoltre ha i seguenti vantaggi rispetto a molti detersivi sintefici:

    · è attivante di lavaggio (riduce la tensione superficiale dell'acqua);

    - è portante dello sporco;

    - è dolcificante dell'acqua;

    - è alcalino;

    - è profumato;

    - è naturalmente ingrassante;

    - nelle acque si biodegrada in sali che arrecano meno inquinamento rispetto ad altri detersivi;

    5. cercate di comprare detersivi a base di sapone che contenga piccoli quantitativi di soda (per il bucato bianco o per i tessuti colorati più resistenfi). La soda, oltre ad essere economica, inquina ancor meno dei sapone;

    6. come sbiancanti si dovrebbero usare esclusivamente il perborato e il percarbonato, soprattutto quest'ultimo, che è il migliore da un punto di vista ecologico;

    7. nei detersivi che scegliete non dovrebbero esserci sostanze profumanti sintetiche, perché a seconda dei loro tipo possono essere dannose. Alcuni fabbricanti aggirano l'ostacolo usando estratti essenziali di conifere o di lavanda. Quest' ultima ha anche un debole potere conservante sulle polveri e sui prodotti lavanti di tipo liquido.

2) COSMETICI

l. Shampoo

- indirizzatevi verso prodotti che fungano allo stesso tempo da shampoo e balsamo:eviterete di comprare due prodotti e due flaconi separati;

- la forza dello shampoo è determinata dal pH, che va da 4, leggermente acido, a 9, leggermente alcalino. Per il cuoio capelluto il pH ideale è5,5.

Prodotti per le labbra

            - per guarire le labbra screpolate, bagnatele più volte al giorno; in particolare, nei punti più screpolati, va spalmato miele
            massaggiando;

    - in caso di cattivo tempo bagnare le labbra con panna fresca o da cucina, o spalmare con burro non salato; si può usare anche olio di ricino o olio per la pelle.

3. Prodotti per i denti

             - per lo spazzolino può essere sostituito con uno nuovo una volta al mese,purché lo si tenga pulito immergendolo ogni quindici giorni in
               un bicchiere di acqua e aceto

    - lo spazzolino non dovrebbe essere né troppo morbido, né troppo rigido e preferibilmente di setole sintetiche, che non sono troppo costose e neppure le peggiori;

    - indirizzatevi verso prodotti ecologici quali : l'infuso di salvia (che ha un grande potere curante per le gengive e le mucose orali), la polvere di foglie di timo (seccate e macinate nel macinacaffè, ha azione disinfettante ed astringente, la polvere di radici di iris ( è efficace contro i depositi dei fumo).

3) PRODOTTI PER LA PULIZIA DELLA CASA

l. Prodotti per la pulizia per tutti gli usi

- i pulenti di base consistono di norma sino all'80% di acqua, e da circa il 10% di tensioattivi (più i relativi conservanti, e il restante 10% è composto da fosfato, solventi, pigmenti colorati e profumi sintetici. Il maggior rischio per la salute e per l'ambiente è costituito dai vapori dei solventi;

- i pulenti a base di solventi sono pericolosi per la salute e inquinanti per l'ambiente;

- usate i pulenti saponosi, ma solo se contengono effettivamente quanto viene stampato sulle loro confezioni: molto spesso i detergenti liquidi per tutti gli usi, adatti per pavimenti e stoviglie, anche se vengono offerti nei negozi specializzati in prodotti ecologici, sono fatti nello stesso modo di quelli offerfti   dall'industria: tensioattivi (più conservanti), fosfati ecc., ma soprattutto moltissima acqua.

2. Disinfettanti

                     Una disinfezione seria (rivolta contro microrganismi ed insetti) ha ragione di essere quando è fatta per tutta la casa o per tutto
                     il condominio. L'impiego sistematico di disinfettanti domestici ha solo l'effetto di decimare batteri innocui e favorire altri più
                    resistenti e nocivi.

3. Detersivi per i piatti

- Nei comuni detersivi per i piatti sono presenti tensioattivi anionici e non ionici, attivatori di soluzione, fosfati, urea, enzimi che distruggono le proteine ecc.

- Nel normale lavaggio, soprattutto quello meccanico, fatto cioè con la lavastoviglie molte di queste sostanze rimangono sulle stoviglie ed, attraverso alcuni cibi (come i condimenti per l'insalata) ritornano in circolo e vengono ingeriti.

- Occorre prestare attenzione ai componenti dei detersivi per i piatti che andiamo a comprare.

4. Prodotti per lucidare i mobili

                    Agli spesso inutili prodotti per la lucidatura dei mobili è meglio preferire l'innocua cera d'api, oppure l'olio di lino che dà una
                    colorazione   rossastra, o le cere di Shellac. Queste ultime sono composte da una resina che si othene dalle secrezioni
                    di Laccifer Lacca, un insetto, che vive su alberi della famiglia delle acacie.

4) VERNICI

* Non comperate, per principio, vernici o colori di cui non si conosce la composizione: ciò che viene introdotto nell'abitazione con le vernici e le pitture non può più esserne portato fuori, anche se dopo qualche tempo dovesse risultare dannoso e arrecare disturbi.

* Si potrebbero risparmiare vernici per quelle pareti più soggette ad usura (per esempio quelle di cucina) rivestendolo con sughero o legno sino all'altezza delle spalliere delle sedie.

* Negli ambienti abitati non si dovrebbero mai usare vernici contenenti solventi, metalli pesanti o funghicidi (anfimuffa). Per gli interni esistono delle valide alternative: lacche a basso tenore di solventi e vernici anfiruggine a basso contenuto di metalli pesanti, come pure certi prodotti offerti dai fabbricanti alternativi

* l lavori di levigatura non dovrebbero mai essere fatti negli interni, e comunque sempre con una protezione per la respirazione. Evitate, se siete artigiani casalinghi, le pistole a spruzzo, la cui nebbiolina è molto pericolosa per i polmoni.

* Le vernici, gli svernicianti, i solventi formano composizioni molto pericolose, che entrano nell'ambiente attraverso lo scarico, il secchio della spazzatura o la discarica. Tutti i residui di questi materiali, inclusi i pulenti, i barattoli di plastica contenenti le pitture ecc. devono essere trattati come rifiuti particolari.

IL RUOLO DEL DISTRIBUTORE

Per una seria politica del vuoto a rendere

Un ciclo è chiuso se da un contenitore, ad esempio per alimenti, svuotato si ottiene un altro contenitore per alimenti da riempire. Il materiale che meglio si presta a mantenere chiuso il ciclo è il vetro.

I contenitori in vetro, però, a parte la possibilità di essere riciciclati, hanno un altro e ben maggiore vantaggio ambientale: invece di essere immessi sul mercato come imballi- rifiuti ed essere quindi destinati a finire in discarica o riciclati (cioè rifusi), possono essere riutilizzati tali e quali, anche per alimenti, per molte volte. E' sufficiente che ritornino al mittente e vengano lavati-sterilizzati.

E' questa una pratica di lunga tradizione, basata sul vuoto a rendere per essere riusato, in cui facendo perno sulla cauzione (che non è un costo se si restituisce il vuoto), vengono corresponsabilizzati produttore, commerciante (distributore) e consumatore per ottenere una restituzione degli imballaggi vuoti ma integri, finalizzata ad un loro riutilizzo il maggior numero di volte possibile, per gli stessi scopi originari.

I vantaggi del vetro a rendere pertanto sono i seguenti:

· non diventa rifiuto, quindi non grava sulle finanze dei Comuni (cioè di tutti noi) per lo smaitmento e non va ad occupare spazio in discarica o a creare problemi nell'inceneritore;

· fa risparmiare per intero le materie che sarebbero necessarie alla produzione di un altro contenitore;

· prevede automaticamente il riciciaggio di primo livello (cioè senza bisogno di campane per la raccolta differenziata) di quei contenitori che presso lo stabilimento di confezionamento si rivelano non più idonei;

· l'operazione di lavaggio- sterilizzazione delle bottiglie per l'acqua minerale in Germania richiede circa 60 volte meno energia rispetto alla loro produzione ex- novo (tenendo conto dei risparmio energetico già ottenuto producendo le bottiglie "nuove" con vetro di ricicio al 50%).

Il consumo di acqua varia da 0,25 a 0,40 lt per bottiglia ed appare pertanto un valore contenuto se si considera che in Germania il lavaggio degli imballi-rifiuti del Punto Verde, causa un consumo stimato in 5 litri di acqua potabile al giorno per ogni famiglia, oltre al fatto che anche i cocci di vetro vengono lavati prima di essere rifusi.
L'acqua di lavaggio dei vuoti a rendere viene successivamente neutralizzata senza particolari problemi nei depuratori delle aziende confezionatrici ed i relativi fanghi si prestano ad essere compostati.
Non si vuole comunque discriminare i materiali diversi dal vetro: i contenitori in vetro infatti vengono di norma trasportati in casse, anch'esse riufilizzabili, ma di plastica.
All'estero inoltre la plastica viene riublizzata anche per alimenti: il PET in Germania ed Olanda per le bibite gassate con bottiglie però più robuste di quelle usa e getta (pesano il doppio) ed il policarbonato nei Paesi Scandinavi per il latte.
La plastica, inoltre, per le sue doti di durevolezza, leggerezza ed infrangibilità, si presterebbe ad essere riutilizzata per prodotti non alimentari a cominciare dai detersivi, sia con sistemi a rendere, che con soluzioni 'alla spina' ricaricando cioè; il contenitore in negozio.
Lo stesso discorso vale anche per gli scatoloni di cartone: dopo averli ripiegati in modo da ridurne l'ingombro, potrebbero tornare al mittente per essere riublizzafi.
In Svezia e in taluni Stati degli USA sono cauzionate anche le lattine, così come lo erano le bottiglie di plastica per bevanda non riutilizzabili in Germania (fino al 1993).
In entrambi i casi si tratta di imballaggi cauzionab per essere ritirati dalla circolazione e riciciafi, ma che non sono in alcun modo riufilizzabili.
Queste applicazioni della cauzione non vanno pertanto confuse con il sistema dei vuoti a rendere per essere riutilizzati.
Al contrario rientrano in questo contesto i vuoti a rendere senza cauzione, ma finalizzati al loro riutilizzo, come in uso in, Germania per molte marche di prodotti biologici (sughi, salse, conserve, ecc.). La mancanza della cauzione non permette di raggiungere però quote elevate di restituzione (25%).

Accorgimenti dei distributori

Nell'ottica di una seria politica dei vuoto a rendere, i distributori, che in questo caso hanno molte più responsabilità dirette verso il consumatore e l'ambiente, dovrebbero:

1) tenere il maggior numero possibile di prodotti in vetro a rendere, sostituendo o quantomeno affiancando sugli scaffali ai vari contenitori a perdere gli stessi prodotti in contenitore a rendere;

2) evidenziare adeguatamente sugli scaffali quali prodotti sono in vuoto a rendere indicando espressamente anche l'importo della cauzione;

3) ricordare ai propri clienti al momento dell'acquisto quali contenitori sono a rendere;

4) facilitare i propri clienti nell'acquisto dei prodotti in vuoto a rendere (es.: consegnando a domicilio contenitori pesanti ed ingombranti come le casse di acqua minerale) e nella riconsegna dei vuoti;

5) mantenere o ripristinare banchi a vendita assistita (pane, frutta e verdura, gastronomia) dove i clienti possano acquistare i prodotti ad "imballo zero", ossia con propri contenitori portati da casa.

inoltre...............

    - aumentare la vendita di prodotti alimentari artigianali a basso contenuto imballante (es. biscotti artigianali raccolto in un sacchetto fine);

    - incrementare l'uso massiccio di grandi ricariche per prodotti quali i detersivi ed i dentifrici;

    - fare la raccolta separata di carta-cartoni-rifiuti-organici-piastica-vetro-alluminio;

    - pretendere dai propri fornitori merci con imballaggi ridotti;

    - eliminare i prodotti inufili o almeno sostituire le vaschette di polistirolo con quelle di cartone nelle confezioni di carne, formaggi, frutta e verdura.

Per le piccole botteghe:

Uso di un contenitore unico e durevole per gli alimentari sfusi (metodo Tupperware tedesco: un contenitore unico a lunga durata che serve al consumatore per avvolgere, ogni volta che fa la spesa, i più svariati cibi, dal formaggio ai salumi).

ATTIVITA DEL WWF DI PISTOIA

Il WWF di Pistoia opera nel proprio territorio dal 1981, anno in cui fu fondato grazie alla volontà ed alla caparbietà di alcune persone
sensibili ai problemi dell'ambiente.
Negli anni la sezione si è ingrandita e conta tutt' oggi sull'appoggio di circa 1300 soci e di qualche decina di attivisti e simpatizzanti.
Le attività svolte sono le più disparate: dalla salvaguardia dei territorio con il nucleo attivo di guardie ecologiche che effeftuano una importantissimo vigilanza sul campo, all'educazione ambientale, portata avanti insieme ai bambini ed ai ragazzi delle scuole pistoiesi, all'organizzazione di giornate di volontariato ambientale che vedono la ripulitura di boschi e fiumi, alla continua campagna per la salvaguardia di specie in pericolo di estinzione, alla tutela dei patrimonio ambientale e forestale (con la proposta di istituzione di aree protette)

Numerose sono le collaborazioni con altre associazioni ed enti pubblici.  La sede della sezione si trova a Pistoia in via dei Cancellieri n. 30 dove, ogni mercoledì sera dalle 21 in poi, si effettuano le riunioni settimanali aperte a tutti, soci e non soci.

Per ulteriori informazioni:
WWF sezione di Pistoia
Via dei Cancellieri, n.30
tel. 0573-33002 fax. 0573-918127
e-mail: benemarc@tin.it

Breve compendio alla guida.

Dove smaltire i nostri rifiuti ?

Molti di noi si sono chiesti e continuano a chiedersi dove smaltire i rifiuti prodotti quotidianamente per far si che la raccolta differenziata sia fatta correttamente. Ebbene questo è un problema di non poco conto: le persone che si dimostrano sensibili e che intendono operare la raccolta differenziata di quei prodotti che si prestano a questa funzione, molto spesso non sanno dove portare la carta, il vetro, la plastica, ecc. facendosi magari prendere dallo sconforto che di fatto pregiudica la loro sensibilità e la loro disponibilità ( non si può tenere in casa per giorni e giorni dei punti di raccolta che si moltiplicano con il passare delle ore). Il Comune di Pistoia, tramite l'Azienda dei Servizi Pubblici, su chiara sollecitazione delle nuove normafive vigenti, ha iniziato ad attuare una concreta politica di raccolta differenziata sparsa per tutta (o quasi ) la città. Certo la strada è ancora lunga e tortuosa, gli ostacoli sono molti (non ultimo lo scarso mercato di alcuni dei rifiuta raccolti - v. carta ), come detto alcune zone della città sono carenti di punti di raccolta, però, obiettivamente, si è iniziata ad intravedere una svolta nella gestione dei rifiufi. Al fine di facilitare il lettore di questa guida ad un corretto smalfimento dei propri rifiufi, ci è sembrato utile fare un catalogo degli scarti che si possono raccogliere separatamente, indicando il punto dove portarli:


Tipologia di rifiuto

Dove smaltirlo

Vetro CAMPANA BLU MULTIMATERIALE ASP
Plastica CAMPANA BLU MUL TIMATERIALE ASP
Lattine CAMPANA BLU MULTIMATERIALE ASP
Carta CAMPANA GIALLA ASP
Materiale organico CONTENITORI GIALLI ASP COMPOSTAGGIO PER GIARDINO
Medicine scadute RA CCOLTE PRESSO FARMACIE
Pile usate RACCOGLITORI PRESSO GRANDI MAGAZ7JNI E PICCOLE BOTTEGHE(NON TUTTE)
Batterie per auto Conferimento obbligatorio c/o aziende autorizzate (per Informazioni rivolgersi all'Ufficio Ambiente dei Comune di Pistoia).
Olii esausti per macchine ma anche da cucina) (Per il privato non esiste un vero e proprio punto di smaltimento, ma può rivolgersi alla propria officina di fiducia (che deve smaltire obbligatoriamente gli oli di scarto)
Mobili Impianto Dano di Pistoia.