Articolo 32 - Sottosistema territoriale del
paesaggio dell’agricoltura promiscua.
1.
Sono le aree della pianura
pistoiese e della pianura della Valdinievole dove permangono i segni
dell’antica struttura agraria promiscua, anche se in larga parte alterata nell’area
pistoiese e pesciatina dalla crescente diffusione delle colture
florovivaistiche e più in generale dagli effetti destrutturanti delle
espansioni insediative.
Tali
aree svolgono una essenziale funzione ambientale di connessione fra quelle di
pianura più intensamente coltivate e la fascia pedecollinare e, soprattutto in
Valdinievole, di separazione fra i diversi nuclei insediativi.
Esse
si distinguono in relazione alla struttura territoriale della Provincia in:
a)
Sottosistema del paesaggio
pedecollinare dell’agricoltura promiscua della piana pistoiese.
b)
Sottosistema del paesaggio
pedecollinare dell’agricoltura promiscua della Valdinievole.
c)
Sottosistema del paesaggio
dell’agricoltura promiscua della Valdinievole.
2.
I P.S. e gli atti di governo del territorio, nonché i piani di settore,
disciplinano ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, anche in
riferimento al P.I.T., le trasformazioni e le attività ammissibili in tali
aree, sulla base delle seguenti disposizioni.
3.
Indirizzi:
a)
favorire la permanenza della
struttura agraria tradizionale, soprattutto nelle seguenti aree: a sud del
torrente Stella; nell’area sottostante la S.P. Montalese ed a nord di questa;
nell’area di confluenza degli affluenti dell’Ombrone P.se; nelle aree della
Valdinievole adiacenti alla fascia pedecollinare del Montalbano.
4.
Direttive:
a)
salvaguardare i corsi d’acqua e
le formazioni arboree di argine e di ripa;
b)
preservare i residui varchi di
connessione ecologica fra la collina e le aree della bassa pianura e del
Padule.
c)
disciplinare le nuove
edificazioni rurali con la finalità di contenere l’espansione delle
coltivazioni florovivaistiche ed in particolare delle coltivazioni in serra ed
in vaso;
d)
definire per particolari
contesti paesaggistici tipologie e caratteri costruttivi dei nuovi edifici
agricoli in conformità alla tradizionale edilizia rurale;
e)
disciplinare gli interventi sul
patrimonio edilizio non agricolo nel rispetto dei valori storico-architettonici
e testimoniale e con la finalità di riqualificare gli insediamenti sparsi e le
aree di pertinenza;
f)
definire il perimetro degli
insediamenti urbani sulla base della loro effettiva consistenza e dei
prevedibili sviluppi, con la finalità di contenere i fenomeni di accrescimenti
edilizi lineari, di dispersioni insediative e di saldature degli agglomerati.
g)
individuare nell’ambito del
territorio dell’agricoltura promiscua, aree prossime alla città ed ai maggiori
aggregati che si distinguono per i processi di destrutturazione, tipici della
frangia urbana, con commistione di funzioni e forte frammentazione fondiaria.
Tali aree richiedono una specifica disciplina di riqualificazione ambientale,
finalizzata al recupero delle permanenze del paesaggio agrario tradizionale, al
riordino degli insediamenti e delle aree di pertinenza, della viabilità e degli
annessi.